sabato 19 dicembre 2009

Una cosa non tollero: essere svegliato in maniera brusca!
Ebbene, quella notte, come in realtà molte altre volte, l’elfo mi aveva scosso per aiutarlo a respingere l’assalto tentato contro la nostra compagnia da un vecchio e da due miseri cavalieri. Stupido elfo incapace. Più utile a fiutare in terra la pista di qualche animale che a dar manforte in battaglia.
Ora tutto tace; posso rimettermi anche a dormire, quando ancora una volta l’elfo suggerisce di spostare l’accampamento. Subito, durante la notte, verso il fiume. Qualche battibecco, ma ci incamminiamo, lentamente, stancamente, spossati da tante avventure, da continui scontri, dall’età che avanza, dall’incertezza che accompagna noi e il ragazzo. Bah, il fanciullo che sta così a cuore al giovane ed ambiguo paladino. Per ora ho deciso di non badarci molto, di stare ai patti della compagnia più per tornaconto e comodità che per altro, ma la pesante barra di Mithrill puro che tiene in mano brilla e mi ferisce quasi gli occhi.
Immerso in questi pensieri, trascinando il piede posticcio nel fango, ma soprattutto trascinando il maledetto chierico, svenuto per una banale mazzata sul capo in combattimento, pesante, pingue, troppo onesto, sempre dalla parte del giusto, sempre ossessionato dall’Onda, troppo spesso immerso nelle sue litanie, anche quando infuria lo scontro, mi accorgo che siamo giunti alla nostra meta: un fiume torbido e vorticoso. Un turno di guardia con la mia fedele pipa a rinfrancarmi e albeggia. O meglio si intuisce il giorno attraverso una fitta foschia. Un rumore in lontananza, un nemico? No pecore…si mangia carne fresca? Per ora no. L’elfo non resiste, corre dietro a quell’irritante belato. Torna non molto tempo dopo con al fianco un uomo, un ometto insignificante che si presenta come il pastore, null’altro. Se non altro ci offre di accamparci a casa sua finchè Argail non si sarà ristabilito e Gooose, il mago astuto e valoroso, non riacquisterà i suoi poteri.
E trascino ancora una volta il chierico comatoso.
La casa è una bettola, maleodorante e decrepita; la moglie del pastore invece una bella donna, ma non ho intenzione di arrecare troppo disturbo, non la importunerò.
Appoggio la mia poderosa ascia bipenne sul tavolo, e i due sussultano! Chiedo, quasi con gentilezza, qualcosa per sfamarmi e dissetarmi e piagnucolando mi servono cibo ammuffito e birra vecchia e calda. Il mago sale a “meditare” (chissà poi cosa fa quando si ritira così a lungo). Il chierico viene posto a letto a riposare, così come il fanciullo ed il paladino Leah che si sdraiano insieme al suo fianco.
L’elfo, invece, forse intimorito dalla coppia, tira fuori una moneta d’oro, e la dà al pastore che osa pure lamentarsi. Puntualizzo con cortesia nanica, che è già di gran valore e che non otterrà altro se il servizio sarà questo. Poi escono. Resto solo con la donna. Intuisco che il mio aspetto bellissimo, di nano seducente e maturo la colpisce. Provo a rivolgerle qualche domanda sui druidi, su Armon, sulla foresta di Myr, ma per tutta risposta si mette a piangere. Gli umani sono difficili da capire.
Continuo a bere. Il giorno passa tristemente e lentamente, ma arriva sera. Il buio cala in fretta e con lui una sensazione di freddo e di disagio: un brutto presentimento. La birra mi scalda, ormai ne sono assuefatto. Per la cena, vista la pochezza dell’ospitalità provvedo da me macellando un bell’agnello e offrendolo gentilmente alla signora di casa perché lo cucini. Il risultato è quasi apprezzabile.
Il chierico si risveglia, è provato ma arruolabile. Gooose mi lancia una sfida nel bere e non posso certo tirarmi indietro. Argail ritorna in camera col ragazzo e l’elfo, la coppia si ritira, mentre io insegno al maghetto cosa vuol dire saper bere. All’improvviso Leah lancia un segnale d’allarme, si sarà sbagliato, è giovane e inesperto e ancora troppo precipitoso. Il buio l’avrà ingannato. L’elfo si precipita fuori, Leah insiste; d’accordo, che sarà mai. Esco, il mago alle mie spalle sull’uscio e mentre provo ad abituarmi all’oscurità e a focalizzare l’infravisione una luce abbagliante mi colpisce in pieno petto scaraventandomi contro il muro della casa. Beh, qualcuno c’è! Mi rialzo prontamente appena in tempo per vedere, lluminato dalle luci che il pronto Gooose ha invocato, il vecchio della notte prima materializzarsi davanti a noi. In lontananza il galoppo di due cavalli: bene, possiamo continuare da dove avevamo interrotto. L’elfo attacca, il vecchio risponde, Leah si difende come può. Gooose non capisco cosa combini, però sembra strano. D’un tratto si concentra distende le braccia nella posa per lanciare i suoi dardi e all’ultimo si gira di scatto! Io , probabilmente intontito dal colpo di prima, manco due volte il vecchio colpendo Leah che fa fatica ancora a capire dove posizionarsi in duello: peggio per lui. Finalmente va a segno anche un colpo modesto di piatto della mia ascia. D’un tratto, l’elfo, agendo più per caso che con cognizione finta un attacco con la spada lunga, mancando di proposito l’avversario, e con la spada corta mozza di netto la mano destra del vecchio. Terrorizzato questo unisce i bracciali e saetta dentro casa.
Ma Argail cosa starà facendo? Dall’alto si ode un trambusto. Sciocco lui e le sue stupide mezze magie; estragga la spada piuttosto.
I cavalieri si fanno sotto. Leah corre dietro al vecchi per soccorrere il ragazzo. Gooose si è ripreso e praticamente da solo elimina un cavaliere bruciandolo col freddo.
L’altro carica me e l’elfo che con abilità trancia i legamenti del cavallo facendo precipitare a terra chi cavalcava. Ora siamo tutti alla pari Comincia uno scontro duro, aspro, lungo. I colpi non sempre vanno a segno, l’oscurità ed il precedente duello hanno fiaccato le mie energie. Ma da esperto guerriero quale sono, con l’aiuto stranamente valido dell’elfo chiudiamo lo scontro con la vittoria.
Poi un tonfo. Faccio in tempo a “correre” dietro la casa per vedere un terzo cavaliere morso sul collo da Gooose e improvvisamente svuotato di ogni sua energia, il vecchio che mentre cerca di caricare il ragazzo sul cavallo viene mortalmente ferito da Leah e Argail che si rialza completamente inzaccherato: sarà caduto dalla finestra?
Spogliamo i cadaveri dei loro averi, qualche denaro, qualche arma, i bracciali del vecchio, le armature. Carichiamo tutto sul cavallo rimasto e rientriamo in casa, o meglio in quel che resta della casa. Il vecchio saetta ha prodotto parecchi danni. Il glifo di guardia, brillante idea del chierico per proteggere il ragazzo, di certo non ha giovato alla stanza di sopra. Faccio finta di non vedere quindi la saccoccia con 100 monete d’oro che Argail allunga al pastore, finalmente rincuorato da qualcosa: vecchio avido.
Sul tavolo il biglietto trovato sul corpo del vecchio: “Avvistati ad ovest del fiume. Uccideteli tutti. Portate in città presso il magazzino la testa del ragazzo sotto sale”
Chi l’avrà scritto? Chi può volere una simile atrocità? Quanto oro deve possedere per potersi permettere dei mercenari abili quanto il vecchio ed i suoi compagni?
Ma ancora una volta nessuno mi ascolta, la compagnia ha deciso di andare a cercare Armon nella foresta di Myr…sì proprio quella su cui regna incontrastato signore e padrone il temibile drago verde Ake.
Provasse l’elfo a sfruttare con lui la sua empatia animale!

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